La radioattività è un fenomeno naturale esistente da sempre.
Consiste nella trasformazione (decadenza) di nuclei di atomi instabili che, durante la loro trasformazione, emettono particelle (fotoni).
In natura esistono 90 elementi e circa 270 isotopi, mentre tra quelli artificiali ci sono il cobalto-60 (usato in radioterapia), il plutonio-264 (utilizzato nelle centrali atomiche)
Il processo di trasformazione di un isotopo radioattivo in altro isotopo, si definisce disintegrazione o decadimento radioattivo.
Il decadimento radioattivo può durare pochissimo tempo oppure, al contrario, tantissimi anni. La vita media del radioisotopo del Potassio-40, ad esempio, ha una vita media di 1,8 miliardi di anni.
Il tempo di dimezzamento di un radioisotopo, è il tempo necessario perchè la metà degli atomi radioattivi subisca una trasformazione spontanea.
Esistono tre tipi di decadimento radioattivo:
La radioattività naturale è stata prodotta in origine dal centro delle stelle, attraverso reazioni nucleari o esplosioni di Supernovae (molti sono gli studi sull'origine dell'universo che si basano molto sulla radioattività dello spazio). Alcuni nuclei hanno un tempo di dimezzamento di miliardi di anni: la misura della quantità di questi isotopi permette di risalire all'età della terra, calcolata in 4,5 miliardi di anni.
La radioattività naturale abbiamo visto essere esistente e misurabile tramite gli strumenti. Quella invece artificiale, cioè prodotta dagli uomini può essere molto pericolosa. Il Radon in natura è il principale artefice della radiazione e viene prodotto dal decadimento del Torio e dell'Uranio.
Le radiazioni prodotte dai radioisotopi interagiscono con la materia con cui vengono a contatto, trasferendovi energia. Tale apporto di energia, negli organismi viventi, produce una ionizzazione delle molecole. La dose di energia assorbita dalla materia caratterizza questo trasferimento di energia. Gli effetti possono essere irrilevanti o più o meno dannosi, a seconda della dose di radiazioni ricevuta e della loro tipologia.
L'unità di misura della radioattività è il becquerel (Bq). Un Bq corrisponde a una disintegrazione al secondo. Poiché questa unità di misura è assai piccola, la radioattività si esprime molto spesso in multipli di Bq.
L'unità di misura della dose assorbita dalla materia a seguito dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti é il Gray (Gy). Un Gy corrisponde a una quantità di energia di un Joule (J) assorbita da un kilogrammo di materia. Per la misura delle dosi di radiazioni assorbite dall'uomo, o più precisamente per una misura degli effetti biologici dovuti alla dose di radiazioni assorbita, è stato introdotto il concetto di dose equivalente, che tiene conto della dannosità più o meno grande, a parità di dose, dei vari tipi di radiazioni ionizzanti.
In questo caso, l'unità di misura è il Sievert (Sv). Di uso più comune è il sottomultiplo millisievert (mSv), pari a un millesimo di Sv. Ad esempio, una radiografia al torace comporta l'assorbimento di una dose di circa 0,14 mSv. La dose annualmente assorbita da ogni individuo per effetto della radioattività naturale è in media di 2,4 mSv per anno.
Il limite massimo di dose stabilito dalla legge italiana per le persone è 1 mSv per anno al di sopra della dose naturale di radiazioni (20 mSv per lavoratori impegnati in attività che prevedono l’uso o la manipolazione di radioisotopi). [fonte: INFN Laboratori Nazionali del Gran Sasso]
1000 Sv | decesso in pochi secondi |
100 Sv | decesso in pochi minuti od ore |
10 Sv | decesso in 30-60 giorni |
1 Sv | lievi sintomi; nessun decesso |
0,1 Sv | effetti deboli o non rivelabili |
0,1 Sv / gg | decesso in 3-6 mesi |
0,01 Sv / gg | decesso in 3-6 anni |
10 uSv | La radiazione media che hai ricevuto oggi |
40 uSv | La radiazione si riceve con un volo da New York a Los Angeles |
100 uSv | La radiazione si riceve nel corso di una radiografia dentale |
800 uSv | Dose di radiazione totale di Three-Mile Island per la durata dell'incidente |
3000 uSv | La dose di radiazioni da una mammografia |
3600 uSv | Radiazione media un cittadino degli Stati Uniti riceve in un anno da tutte le fonti |
50000 uSv | Massima ammissibile dose annuale professionale (USA) |
100000 uSv | Crescente dose annuale probabilmente collegato al rischio di cancro aumentato |
2000000 uSv | Avvelenamento da radiazioni grave (talvolta fatale) |
Oltre al monitoraggio ambientale è importante valutare eventuali aumenti improvvisi di radioattivià che potrebbero, oltre ad allarmare coloro che vivono in quell'area, essere un dato importante per conoscere, insieme ad altre stazioni di monitoraggio, la direzione della nuvola interessata da radioattività.
Nella radioattività naturale si distinguono due componenti, una di origine terrestre e l’altra extra-terrestre. La prima è dovuta ai radionuclidi primordiali contenuti in varia quantità nei materiali inorganici della crosta terrestre (minerali, rocce) fin dalla sua formazione. La seconda è costituita dai raggi cosmici, anche conosciuti come "Radiazione di fondo" I principali radionuclidi primordiali sono, il Potassio (K-40), il Rubidio (Rb-87), e gli elementi delle due serie radioattive dell’Uranio (U-238), e del Torio (Th-232).
Un discorso a parte merita il Radon. Elemento n. 86 della tavola periodica, è un gas inodore, invisibile e incolore, non pericoloso di per se ma instabile e quindi radioattivo. Si è conosciuto solo nel momento in cui si sono sviluppati strumenti in grado di riconoscerlo.
Gli isotopi del Radon si formano nelle rocce contenenti Uranio, Radio e Torio e attraversano facilmente molte sostanze porose come il terreno, le rocce, e anche la plastica. Si diffondono facilmente nell'aria e nell'acqua e vengono da esse trasportati.
La concentrazione di radon nell'aria esterna è circa un millesimo della sua concentrazione nel terreno.
Una casa con fondamenta, pareti, pavimenti e tetto può essere considerata simile a un secchio rovesciato e intrappola il radon, soprattutto se tutte le finestre della casa sono chiuse. In queste condizioni, il radon potrebbe essere da 10 a 100 volte più concentrato che all'esterno.
Dato che nei paesi sviluppati si vive gran parte del tempo al chiuso, al lavoro, a scuola, o in casa, si viene facilmente esposti a concentrazioni di radon abbastanza alte da mettere in pericolo la salute.
Il gas radon costituisce oggi in Italia la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di tabacco.
La minaccia la salute del radon è indiretta. Quando gli esseri umani respirano aria contaminata le particelle alfa prodotte dalla disintegrazione del radon e dei suoi figli, possono causare un danno cromosomico ai sottili strati di tessuto polmonare. Tale danno è una potenziale causa di cancro ai polmoni, soprattutto se combinata con gli effetti del fumo di sigaretta.
Recentemente il Radon è diventato anche soggetto di studio dei sismologi. Si è notato che grande quantità di questo gas viene sprigionato poco tempo prima dello sviluppo di una attività sismica. Il monitoraggio del Radon potrebbe essere un prezioso indicatore di possibili eventi tellurici che si starebbero sviluppando.
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